Fermo di 48 ore delle attiviste colombiane per la pace all’aeroporto Charles de Gaulle: la denuncia delle associazioni impegnate per la difesa dei diritti umani in Colombia e nel mondo.
Il 23 maggio il primo incontro pubblico a Trento, con la conferenza “Il Trentino In Difesa Di”.
Nell’ambito della serie di incontri per la rassegna “Donne per una pace bene comune”, previsti a Roma e Trento fino al 4 di giugno per visibilizzare la situazione della violazione dei diritti umani ed ambientali in Colombia, denunciamo con forza il trattenimento arbitrario delle due attiviste per la pace Nidiria Ruiz Medina e Magola Aranda all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi.
Il 17 di maggio dalla Colombia in transito a Parigi per arrivare a Roma, le due attiviste sono state fermate per due giorni senza nessuna ragione valida, private dei telefoni e dei bagagli, divise e costrette in una stanza insieme ad altri 70 cittadini di provenienza latinoamericana.
Il 19 di maggio avrebbero dovuto tenere la loro prima conferenza a Roma nell’ambito dei seminari organizzati dal Centro Studi Difesa Civile e Centro Diritti Umani dell’Università di Padova su “Il ruolo delle donne nella difesa del territorio e nel processo di pace. Il caso Colombia”, alla Casa Internazionale delle Donne.
Dopo aver subito un trattamento indegno – commenti sessisti e razzisti, intimidazioni, impossibilità di comunicare con l’esterno se non grazie ad un telefono messo saltuariamente a disposizione della Croce Rossa – e la minaccia costante di essere rimpatriate di lì a poche ore, Nidiria e Magola sono state poi rilasciate dopo più due giorni nel cuore della notte a Parigi.
Solo grazie alla tempestiva reazione delle avvocatesse dell’associazione francese Anafè e di PBI France; l’appoggio delle istituzioni trentine, dell’Università di Trento, del MAECI Italiano e le pressioni agite anche attraverso il Consolato colombiano a Bogotà dalla Commissione de Justicia y Paz Colombia, alle due cittadine colombiane è stato permesso di arrivare in Italia. “Per tutto il tempo siamo state consapevoli di quello che ci stava succedendo – hanno detto – anche perché sappiamo da che parte della Colombia veniamo (provengono dai territori in conflitto del Bajo Naya e del Putumayo) e sappiamo che essere attiviste per la pace è un carico scomodo da portare per il mondo”.
Dei 70 fermati, sono state le uniche – insieme ad un cittadino brasiliano – ad essere rilasciate. La polizia francese ha di fatto la discrezionalità di ritenere la documentazione che viene presentata, non valida o sufficiente per l’entrata in Europa.
Nonostante i passaporti, la documentazione necessaria per dimostrare la loro partecipazione agli incontri. Nonostante il loro profilo di attiviste comunitarie per la pace. Nonostante soprattutto il fatto che siano due persone e di conseguenza, si suppone libere di potersi muoversi nel mondo, la Fortezza Europa le ha bloccate e maltrattate.
Denunceremo negli incontri pubblici che da oggi al 4 giugno terremo in Italia questo trattamento che è simbolo e sostanza di come certe politiche sociali ed economiche stiano svilendo i diritti umani. E continueremo a lavorare – insieme a Nidiria, a Magola e alle tante donne attiviste per la Pace – perché non esistano più discriminazioni di questo tipo.
IL PROSSIMO INCONTRO CON NIDIDRIA, MAGOLA E IL PRESIDENTE DI JUSTICIA Y PAZ COLOMBIA SARA’ IL 23 MAGGIO A TRENTO QUI LE INFO
GLI ALTRI APPUNTAMENTI DELLA VUELTA “DONNE PER UNA PACE BENE COMUNE”
Roma, 22 maggio 2018
Associazione Yaku Onlus