Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d’Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell’ora, nonostante fosse già invalsa tra i nobili la moda, venuta dalla poco mattiniera Corte di Francia, d’andare a desinare a metà del pomeriggio. Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie. Cosimo disse: – Ho detto che non voglio e non voglio! – e respinse il piatto di lumache. Mai s’era vista disubbidienza più grave.
Italo Calvino – Il Barone Rampante
Per
Cosimo Piovasco – il Barone Rampante di Italo Calvino – tutto inizia il
15 di giugno del 1767 quando, in spregio alle regole della casa
paterna, decide di trasferirsi sugli alberi e di non mettere mai più
piede su quella terra dove ha conosciuto solamente autorità bieca e
ingiustizia efferata.
Quegli alberi, con i rami verso il cielo e le radici saldamente ancorate
alla terra che volle lasciare, diventano così la Sua terra di
disobbedienza: non una fuga vile dalla società e dai rapporti umani
bensì la necessaria costruzione di un nuovo punto di vista attraverso il
quale intrecciare relazioni e contribuire al miglioramento
dell’esistente. Per Noi, giunti oramai alla sesta edizione, è cominciato
tutto in un caldo pomeriggio di fine maggio del 2013 al Parco Santa
Chiara di Trento, quando sono stati piantati i primi semi di quella che,
lentamente, sta diventando una foresta.
I drammatici sviluppi degli ultimi anni in termini politici, sociali, ambientali e culturali richiamano come non mai l’esigenza di trasferirsi su questi alberi. Come Cosimo Piovasco, non abbiamo alcuna volontà di isolarci in maniera miope al di fuori della realtà, ma costruiamo passo dopo passo un mondo altro, il Nostro mondo, che sia inclusivo, solidale, aperto e recettivo alle sfide che incombono quotidianamente. L’edizione di quest’anno sarà dedicata a quelle terre di disobbedienza, presenti e (auspicabilmente) future, dove si concentrano le più intense capacità e volontà di resistere e produrre un cambiamento reale dell’esistente.
Cinque giornate, dal 29 maggio al 2 giugno, ricche e dense di discussione e confronto dove le esperienze “rampanti” racchiuse nel mondo, con tutte le loro complessità e difficoltà, si intrecceranno nel nostro telaio di pratiche e voci fuori al coro.
Le robuste radici di Oef sostengono e forniscono linfa vitale a
questo intenso processo di costruzione collettiva e partecipazione che
ogni anno mobilita centinaia e centinaia di persone.
I suoi rami sempre più lunghi e robusti si innalzano giorno dopo giorno,
sempre di più, superando inverni rigidi e puntando ostinatamente alla
luna.
Coglierne i frutti spetta a noi.