Attraversare la penisola de la Gujira, nel Nord Est della Colombia,
produce emozioni contrastanti. Il paesaggio è secco, affascinante e
violento. Affacciata sul Mar dei Caraibi, divisa dal resto del paese dalla
Sierra Nevada, è una regione abitata fin dall’antichità dalla popolazione
Wayuu, che la cammina sfoggiando i rituali vestiti ampi e colorati,
adornati dalle borse che la cosmogonia racconta tessute da un grande
ragno.
La Guajira sta vivendo però anche la crisi umanitaria più grave di
sempre, con oltre 5 mila bambini morti di denutrizione e altri 60 mila in
gravi condizioni. Una situazione che la militarizzazione del confine con il
Venezuela e l’escalation del conflitto colombiano, che conta un numero
sempre più drammatico di vittime – si parla di 500 morti fra attivisti e
leaders comunitari in due anni, di cui quaranta dall’inizio del 2019 – ha
fatto svettare la Colombia in cima alle più tristi classifiche mondiali.
Ma la Colombia, e il popolo Wayuu, emanano forza e capacità di auto
organizzazione: l’associazione per i diritti umani Fuerza Mujeres Wayuu,
ad esempio, da 3 anni riunisce le donne di alcune comunità per
rispondere alla povertà e alla violenza, con percorsi di formazione e
denunce sui diritti umani e sulla giustizia sociale ed ambientale.
Giovedì 23 maggio alle ore 18.00 avremo l’onore di ospitare un delle
sue rappresentanti, in occasione della visione del film colombiano
candidato agli Oscar, “Oro Verde” (al Cinema Astra di Trento, entrata 5
euro).
E’ Angelica Ortiz, di Fuerza Mujeres Wayuu. Invitata da Yaku, sarà
ospite di alcuni incontri in Italia e in Trentino nei quali parlerà di quello
che succede al suo popolo: « Il nostro territorio soffre la fame e la sete a
causa dei megaprogetti legati al carbone» – racconta Angelica – nel
popolo Wayuu sono le donne a correre i rischi maggiori, per il potere
politico e spirituale che ricoprono nelle comunità, organizzate per via
matrilineare. FUERZA DE MUJERES WAYUU nasce nel 2006 ed è stata
inizialmente una risposta alle violenze causate dalle Auc –
Autodefensas Unidas de Colombia (uno dei principali gruppi armati
paramilitari, ndr) – ma si occupa di rendere visibile la situazione di
fragilità del nostro popolo, impoverito da uno sviluppo che ha provocato
lo smembramento delle comunità, la sparizione dalle mappe
geografiche di almeno 15 di loro e il “riposizionamento” temporaneo di
altre 5; el Cerrejon, l’industria del carbone nel cuore del nostro territorio,
consuma al giorno fra i 17 e i 20 milioni di litri di acqua, mentre noi
dobbiamo raccattare qualche gallone di acqua tiepida».
L’appuntamento di giovedì 23 maggio sarà occasione di vedere un film
davvero bello: i registi – acclamati in tutto il mondo – sono Cristina
Gallego e quel Ciro Guerra già autore del poetico “L’abbraccio del
serpente”, che ha saputo anche alzare la voce i giorni scorsi durante la
kermesse di Cannes, quando presentando il suo ultimo film, ha
organizzato con alcuni colleghi una protesta per l’assassinio del regista
Mauricio Lezama, il regista di origine colombiana è stato assassinato la
scorsa settimana mentre preparava le riprese di un cortometraggio sulle
vittime di violenze proprio nel Nord-Est convulso della Colombia.
Ma sarà anche il lancio del programma dell’OltrEconomia Festival, che
dal 29 maggio al 2 giugno al Parco Santa Chiara presenterà una serie di
conferenze che avranno proprio nella difesa delle risorse essenziali per
la vita – l’acqua e la terra – la riflessione essenziale, racchiusa sotto il
titolo “Terre di disobbedienza”. Angelica Ortiz sarà presente insieme a
due compagne colombiane attive nei movimenti in difesa dell’acqua e
per la pace.