Il festival d’Altra Quota cerca nuovi orizzonti sulle montagne dell’arco alpino. Non per sognare le meravigliose vette incontaminate ma per restare vicino a quelle minacciate che rischiano di scomparire. Quelle che vedono i propri ghiacciai ritirarsi o distaccarsi. Quelle dove gli alberghi e impianti di risalita valgono più degli ecosistemi, che vengono sterminati per fare largo a paesaggi antropizzati. Seguendo l’esperienza quasi decennale di quello che è stato l’Oltreconomia , il Festival d’Altra Quota si propone come un luogo di ritrovo per le persone, i movimenti e le realtà che ritengono centrale la questione climatica nella lettura della realtà in cui viviamo. Le quattro giornate del festival – dal 18 maggio 2023 al 21, al Parco Santa Chiara di Trento – proporranno il tema sotto forma di dibattiti, workshop e confronti, rivendicando politicamente la figura della montagna come simbolo del legame con il territorio in cui viviamo, ma anche come immagine della lotta urgente di cui siamo chiamati a fare parte. Riteniamo necessario pensare alla montagna come slegata dalle forme più violente della speculazione economica, e ricollocarla nello spazio naturale della biosfera, anche nella sua accezione di generatrice delle acque, soprattutto in un momento così grave di siccità. L’acqua sarà infatti uno dei fili rossi che collegherà i vari momenti del festival. La scarsità idrica è infatti uno dei più preoccupanti sintomi della crisi climatica a livello locale, fase che ci avvicina definitivamente alle emergenze che da tempo il Sud globale sta vivendo, fra estrattivismo e cambiamenti climatici da imputare senza dubbi all’epoca definita ’antropocene’. A poche settimane di distanza dal festival dell’economia – evento che per contrapposizione ha portato alla nascita di questo percorso – cerchiamo un paradigma nel quale rientrino il concetto di limite e di rigenerazione, diverso dal neoliberismo che negli ultimi decenni ha esacerbato la crisi climatica attraverso un’economia basata sulla finanza fossile e l’estrazione di valore. Vediamo la crisi climatica come il quadro dove vivono tutte le altre crisi, da quella sanitaria a quella energetica alle guerre per le risorse, tutte tra loro interconnesse e sinergiche. La crisi climatica non è più concepibile solo come minaccia futura, dev’essere affrontata ora, in un presente di pratiche altre, collettive e condivise, lontana dalle soluzioni che comprendono grandi opere infrastrutturali, accentramento delle risorse e monopoli. Nasce dunque il festival d’Altra Quota, come spazio a livelli variabili, animato da quei movimenti ed organizzazioni che ritengono che il tempo della difesa dell’ambiente come spazio imprescindibile per la costruzione di una giustizia ambientale e climatica, sia ora.